Tempo fa, frequentando un corso per perfezionare i metodi di panificazione, sono rimasta affascinata dalla polvere di arancia. Il prodotto di origine industriale, era presentato in un vasetto di vetro con la dicitura “aromatizzante alimentare”. Il profumo era favoloso e per l’occasione, la polvere di arancia, era stata sperimentata nel pane. Una volta giunta a casa dovevo ingegnarmi a trovare un sistema naturale per ottenere lo stesso prodotto. Cosi utilizzando i frutti non trattati, l’esperimento è stato eseguito sbucciando gli aranci senza prelevare la parte bianca, altrimenti amara e facendo essiccare le bucce; una volta asciutte sono state tritate finemente in un tritatutto. Il prodotto cosi ottenuto può essere utilizzato in tanti modi: nel pane, nei dolci, nelle tisane, negli arrosti o sul pesce.
Personalmente ritengo che l’arancia si sposi bene con molti alimenti e in questo modo si sono conservate le sue proprietà, compresa la vitamina C, anche se parzialmente data la sua sensibilità al calore e alla luce. Il metodo per polverizzare le arance è utile anche per altri tipi di agrumi di origine biologica come il limone, il pompelmo, il mandarino, il cedro, la clementina, il bergamotto, il chinotto o la limetta, a seconda dei propri gusti. Inoltre è possibile creare anche delle miscele di due o più frutti per enfatizzare l’aroma. Il prodotto, se riposto in luogo fresco e asciutto, si conserva a lungo fino a un anno. Se il profumo cessa significa che gli oli essenziali contenuti nelle bucce sono del tutto evaporati e quindi privi di proprietà, la polvere diventa sterile e inutilizzabile.